SALUTE DEL CANE Sindrome della cauda equina nel cane, diagnosi e cure
Con il termine “Sindrome della cauda equina” si intende un insieme di disturbi neurologici dovuti alla compressione del midollo spinale in corrispondenza della sua parte terminale detta appunto ‘cauda equina’.
La cauda equina comprende le radici ventrali e dorsali dei nervi spinali ed è protetta dal canale lombosacrale. In particolare questa parte di midollo è contenuta tra la quinta e la settima vertebra lombare, tra la prima e la terza vertebra sacrale e tra la prima e la quinta vertebra coccigea.
Forme di Sindrome della cauda equina del cane
La sindrome della cauda equina si divide in due forme:
- la forma acquisita che si riscontra soprattutto nei cani anziani
- la forma congenita che viene ereditata alla nascita.
Nella forma acquisita la compressione si registra tra la settima vertebra lombare e la prima sacrale (L7-S1) e determina problemi articolari, lussazione parziale dell’osso sacro e ispessimento dei legamenti adiacenti. La compressione della cauda equina provoca un ridotto apporto di sangue alle radici nervose che non sono in grado di inviare i segnali al sistema centrale.
Razze colpite maggiormente dalla Sindrome della cauda equina
Esistono razze più o meno esposte a questa sindrome. Nella sua forma acquisita i soggetti più a rischio sono i cani di grossa taglia e quelli da caccia come il Pastore Tedesco, i Golden Retrievers e gli Spaniels.
La forma congenita, invece, è più diffusa nei cani piccoli. Indipendentemente dalla taglia, i cani più a rischio sono quelli adulti e di sesso maschile.
I sintomi della Sindrome della cauda equina dei cani
I sintomi possono variare in base alla gravità della compressione del midollo spinale e possono essere classificati in acuti o cronici, intermittenti o continui, stabili o in evoluzione. Nella maggior parte dei casi i cani affetti dalla Sindrome della Cauda Equina presentano dolore nella zona lombosacrale, zoppia a uno o a entrambi gli arti posteriori, riduzione dei riflessi, incontinenza, paresi del posteriore, perdita di funzionalità della coda, leccamento della coda, delle zampe e dei genitali causato dalla sensazione di bruciore e formicolio localizzato in tali zone.
Diagnosticare la Sindrome della cauda equina nel cane
La diagnosi della Sindrome della Cauda Equina viene effettuata attraverso la visita esterna da parte del veterinario e con l’ausilio di una serie di accertamenti diagnostici. Come prima cosa il veterinario effettua la palpazione della colonna vertebrale del cane partendo dal punto più lontano e scendendo progressivamente nel punto in cui si suppone il cane avverta dolore.
La palpazione della colonna vertebrale può non sortire gli effetti sperati poiché non sempre tale sindrome presenta dolori a livello lombosacrale. La manovra successiva consiste, quindi, nell’estensione delle anche e nella pressione della regione lombosacrale. Un’altra manovra, consiste nel sollevare gli arti posteriori. In base ai riscontri ottenuti dalle manovre di manipolazione, il veterinario stabilirà gli esami diagnostici da effettuare.
Quali esami fare per sapere se il cane ha la Sindrome della cauda equina
Le indagini diagnostiche effettuate nei casi di Sindrome della Cauda Equina sono: l’esame radiografico in bianco, la mielografia, l’elettromiografia, la tac, la risonanza magnetica e l’epidurografia.
- La radiografia in bianco. Questo esame interessa la colonna vertebrale e serve per evidenziarne eventuali anomalie. Non sempre si rivela risolutivo nei casi di Sindrome della Cauda Equina.
- La mielografia. E’ una radiografia a contrasto del midollo spinale ed è molto utilizzata per le diagnosi di questa malattia.
- L’elettromiografia. Consente di studiare l’attività elettrica dei muscoli.
- L’Epidurografia. E’ un accertamento molto utilizzato in questi casi e consiste nell’iniettare un liquido di contrasto nello spazio presente all’esterno del sacco durale.
Curare il cane dalla Sindrome della cauda equina
Il trattamento per la cura della Sindrome della Cauda Equina varia a seconda del grado di compressione del midollo spinale. I cani al primo episodio algico vengono confinati in gabbia per circa sei settimane e vengono sottoposti ad una cura a base di analgesici e antinfiammatori. Per questi soggetti non è necessario intervenire chirurgicamente per eliminare la compressione, ma, basta evitare fattori aggravanti come l’eccessivo esercizio fisico, l’aumento di peso.
Le forme precoci vengono operate solo in caso di dolore intenso e manifestazione di danni neurologici. Chirurgicamente si interviene con una laminectomia dorsale che consiste nella rimozione di una parte di vertebra che comprime il midollo spinale.
Dopo l’operazione il cane deve restare a riposo per un mese e deve essere sottoposto a una terapia a base di antinfiammatori. Possono essere eseguite anche terapie alternative con l’utilizzo di farmaci omeopatici in luogo degli antinfiammatori e con sedute di agopuntura una volta alla settimana per un mese.
Questo articolo è a titolo informativo. Per qualunque approfondimento rivolgiti ad un medico veterinario e/o ad un addestratore certificato.
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