NEWS Cani riempiti di droga per importarla poi uccisi per recuperare la cocaina: 75 spacciatori arrestati
Il maltrattamento degli animali non ha confini. In Italia oggi è stata arrestata una gang di 75 sudamenricani che per importare la droga la introducevano nei cani attraverso un'operazione chirurgica. Sono stati utilizzati cani di grossa taglia tipo San Bernardo, Gran danese, Dog de Bordeaux, Mastino napoletano e Labrador. La droga poi, una volta arrivata in Italia dentro la pancia degli animali, veniva "recuperata" squartando i cani.
Un'operazione della polizia di Stato contro gang di sudamericani coinvolte nel traffico internazionale di droga e altri reati ha portato all'esecuzione di 75 ordinanze di custodia cautelare con le accuse di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la persona e il patrimonio, traffico di droga e detenzione d'armi. Perquisizioni sono state disposte a Milano e provincia, e nelle province di Bergamo, Brescia, Lodi, Pavia, Piacenza, Novara e Varese e a Roma. Le persone coinvolte sono 57 maggiorenni e 18 minorenni, nella quasi totalità cittadini dell'America Latina, tutti gravemente indiziati. Uno dei componenti della gang, individuati in Spagna, a carico del quale è stato emesso mandato di arresto europeo, è ricercato sul territorio di Barcellona.
Uno dei particolari più impressionanti dell'indagine è che le gang utilizzavano cani di grossa taglia come vettori della droga, imbottendoli di cocaina prima della partenza e poi uccidendoli per recuperarla. E' stato accertato come gli animali venissero sottoposti a operazioni chirurgiche prima di partire, riempiendo di ovuli il loro intestino. Poi, una volta recuperati, venivano uccisi e squartati. La droga prima di essere collocata nel ventre dei cani veniva avvolta in un cellophane, poi nella carta carbone per essere impenetrabile ai raggi X, quindi ancora nel cellophane e in uno scotch di vinile nero, ancor più resistente ai raggi X. L'involucro era così pronto per essere inserito nei cani di grossa taglia tipo San Bernardo, Gran danese, Dog de Bordeaux, Mastino napoletano e Labrador.
Almeno una cinquantina i casi stimati dalle intercettazioni. L'unico cane scampato è stato salvato grazie alla confessione della donna di un trafficante. Nell'aprile del 2012, a Pisa, la polizia è intervenuta per la segnalazione di una lite in famiglia tra sudamericani nata a causa del malore dell'animale che era arrivato a Milano un paio di giorni prima: quando sono arrivati all'appartamento, la donna ha raccontato agli agenti che nel cane era nascosta la droga e per questo si lamentava. A quel punto l'animale è stato portato dal veterinario per essere operato: in questo modo gli investigatori hanno ricostruito una pista del traffico.
Nello stesso contesto sono state denuciate in stato di libertà altre 112 persone, rispettivamente 98 maggiorenni e 14 minori. L'indagine, condotta dal commissariato di polizia Mecenate, coinvolge numerosi gruppi di giovani di origine sudamericana riconducibili al fenomeno delle cosidette pandillas ed è la prosecuzione di una prima inchiesta conclusa con l'emissione di 30 ordinanze di custodia cautelare eseguite il 7 febbraio 2012, a carico di altrettante persone ritenute gravemente indiziate di tentati omicidi, rapine ed estorsioni.
Gli investigatori, con intercettazioni telefoniche e ambientali, hanno permesso di accertare che alcune delle pandillas attive sul territorio milanese sono organizzate come vere e proprie associazioni per delinquere, con una precisa gerarchia, finalizzate a commettere un numero indeterminato di reati e alle quali si accede dopo una iniziazione sul modello di quelle di Cosa nostra. Riti che sono stati filmati dagli inquirenti.
Questo articolo è a titolo informativo. Per qualunque approfondimento rivolgiti ad un medico veterinario e/o ad un addestratore certificato.
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