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LIBRI Libro "I cani lo sanno", elogio dello sguardo rasoterra



Se i cani vi lasciano indifferenti o, peggio, preferite l''amicizia più discreta e fiera di un felino, allora cominciate dal fondo. Curiosate fra le righe dell''indice analitico: potreste scoprirvi i germi di una appartenenza ancora più profonda.

Se invece amate i cani, questo è il libro che fa per voi. I cani lo sanno (Feltrinelli) di Andrea Scanzi arriva dritto fino a quel pezzetto di cuore che vibra al ritmo di una scodinzolata. Commuove, coinvolge, consola. 

Sinossi

È tutta questione di sguardi. È sempre stato così. Il nostro – quello degli umani – è proiettato in avanti, spesso miope, quasi sempre selettivo. Il loro – quello dei cani – è ancorato al suolo, grandangolare, spalancato su un mondo dove niente è mai di troppo. Ed è il loro punto di vista basso, umile, mai servile, stoicamente onnipresente che ci insegna a essere umani.

 

Andrea Scanzi racconta delle sue Labrador, Tavira e Zara: delle loro abitudini, delle loro peculiarità, delle avventure di cui sono protagoniste. Ci sono categorizzazioni, e tipologizzazioni (cane bonsai, cane Springsteen, cane camionista), che finiscono per evocare quello che Shakespeare chiamava "il catalogo degli uomini". Ribaltato, però. Ci sono il sesso, le malattie, l''intelligenza emotiva.

 

Un mondo in cui si ride, molto, e ci si commuove, non di rado. In Tavira e Zara, e in tutti i cani che a loro si accompagnano, si riflette la comunità umana e lì si scopre fragile e potente, sconsiderata e ottusa. Forse anche felice. Felicemente animale.

 


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